I continuatori di Cesare scrittore
Il luogotenente di
Cesare, Aulo Irzio compose il libro VIII del
De bello Gallico per congiungere la narrazione di quest'ultimo con quella del
De bello civili tramite il racconto degli avvenimenti degli anni 51 AC e 50 AC. Sempre ad Irzio si deve probabilmente il
Bellum Alexandrinum. Le due opere, dall'andamento sobrio e scarno, rispettano la tradizione stilistica del commentario in modo più aderente di quelle di Cesare che spingeva talora il commentario verso la
historia, senza tuttavia rinunciare all'esigenza di sobrietà e attingendo livelli di lapidaria eleganza e suggestione che restarono ignoti a Irzio e agli altri continuatori, tuttavia il genere del
commentarius in questi continuatori di Cesare si apre a diverse sollecitazioni: il
Bellum Africanum si riveste con una certa frequenza di una patina arcaizzante, mentre il
Bellum Hispaniense, generando squilibri e discrepanze di tono, dissemina sporadiche ricercatezze di stile su un fondo linguistico popolareggiante e colloquiale, non scevro da tratti decisamente volgari. Il suo anonimo autore è un
homo militaris, non privo di un rudimentale tirocinio retorico, che ne alimenta le vane velleità letterarie.